Se pensiamo alla pratica per noi quotidiana e accettata di lavaggio dei denti, rifletto: vi sembra così strano “sciacquare” la parte del nostro corpo che si occupa di accompagnare “gli scarti” verso l’espulsione? La bocca accoglie il cibo e regolarmente viene “ripulita”. Il colon come tratto terminale dell’apparato digerente, si occupa dell'assorbimento di acqua e sale e di sintetizzare, grazie al microbiota umano qui presente, alcune vitamine liposolubili essenziali, a partire dalle sostanze di scarto, prima che siano eliminate dall’organismo. Il colon è dotato inoltre di una attività secretrice, rappresentata principalmente dalla produzione di muco ed immunoglobuline (anticorpi), che esplicano rispettivamente un ruolo lubrificante ed una azione protettiva dal punto di vista immunitario su tutta la mucosa del grosso intestino. Il colon va quindi protetto e di tanto in tanto “ripulito” da ciò che il corpo “da solo” non riesce ad espellere, così come facciamo con lo spazzolino in bocca. Pensate se non spazzolassimo i denti? Che succederebbe? Non solo ai denti stessi ma a tutto il nostro corpo? La salute comincia in bocca. Vero! Ma finisce nel colon!
Abbattiamo i tabú legati al clistere e guardiamo insieme di cosa si tratta e perché é cosi importante. Guardiamo anche al suo utilizzo e sviluppo nella storia.
Il clistere o enteroclisma è un’irrigazione di acqua che serve per liberare l’ultimo tratto dell’intestino (colon o intestino crasso) da feci incrostate, residui non digeriti, gas, fermentazioni, putrefazioni e flora batterica patogena. La sua efficacia e la sensazione di leggerezza e rilassamento dopo averla fatta non è qualcosa di moderno. E’ una pratica igienico-salutistica millenaria e le antiche scritture sacre ne parlano ampiamente.
Le conseguenze di un colon intasato possono essere stanchezza, depressione, disturbi della concentrazione, perdita di vitalità, stati di paura, indebolimento del sistema immunitario, predisposizione alle infezioni, e patologie come affezioni reumatiche e cutanee, emicranie, ipertensione arteriosa, allergie, carichi epatici, stipsi, meteorismo, diarrea, disbiosi, colon irritabile, emorroidi, diverticolosi e molto altro. L’intestino infatti è il punto di partenza della nostra salute e se non funziona bene si innescano degli effetti a cascata su tutto l’organismo.
Trattasi semplicemente di una pratica igienica mentale e fisica, che permette di guarire velocemente o istantaneamente dalla maggior parte delle patologie conosciute, le cui cause sono da ricercare proprio nella cronica costipazione del nostro apparato intestinale (da muco, tossine e incrostazioni fecali antiche, vecchie anche di anni o decenni).
Già 2.600 anni fa, Ippocrate, il "padre della medicina moderna", prescriveva clisteri a base di acqua per la cura di numerose malattie. Questo ci fa capire che la somministrazione del clistere è una delle procedure mediche più antiche.
La storia dei clisteri è molto antica. I guaritori hanno raccomandato clisteri per migliaia di anni. Una pittoresca descrizione di un clistere si trova nei rotoli del Mar Morto. Questi documenti, trovati di recente nello Stato di Israele, vicino al Mar Morto, risalgono all' epoca di Gesù. Secondo i rotoli, il maestro Gesù usò questi metodi per eseguire i suoi miracoli di guarigione.
Le origini della cosiddetta appunto idrocolonterapia (pratica di clistere) risalgono a tempi antichi. Già nel Papiro di Ebers, del 1552 a. C. si ritrovano notizie riguardanti le indicazioni per l’uso dei clisteri da parte degli Egizi come rimedio per più di 20 sintomi gastrici e intestinali.
Anche gli antichi Greci e Romani hanno contribuito alla storia dell’idrocolonterapia. Il medico romano Asclepiade di Bitinia considerato uno dei padri della medicina romana, preferiva l’uso dei clisteri a quello dei lassativi per la cura dei vermi intestinali e delle febbri.
Il primo strumento documentato per l’idrocolonterapia è stato la siringa da clistere. Ci sono state diverse evoluzioni in proposito. Il grande chirurgo e medico arabo Albucasis di Cordoba suggerì l’uso di uno strumento del tutto differente: una borsa connessa a una cannula rigida, un tipo di strumento che rimase prevalente fino al sedicesimo secolo.
Durante il Medio Evo le informazioni sul clistere continuarono a diffondersi ed il suo uso divenne di moda tra i ceti abbienti della popolazione e delle famiglie reali.
Nel 1480 Luigi XI, Re di Francia, accusò un attacco apoplettico che venne risolto da un clistere somministrato secondo le direttive del suo medico.
ll 17° Secolo divenne celebre come “l’età del clistere”. Nella società parigina era di moda farsi tre o quattro clisteri al giorno, secondo la credenza popolare che un lavaggio interno era essenziale per un buono stato di salute.
Si dice che Luigi XIV (1638-1715) abbia ricevuto più di 2000 clisteri durante la sua vita. In questo periodo le siringhe erano forgiate in diverse maniere. Era considerata buona pratica possedere diverse siringhe, e alcune famiglie aristocratiche addirittura ne possedevano ricche collezioni.
L’importanza della idrocolonterapia è stata sottolineata da molti medici di quel periodo, tra cui vanno soprattutto ricordati il Dr. James A. Wiltsie e il Dr. Joseph E.G. Waddington. Quest’ultimo, in una sua pubblicazione intitolata “Irrigazione Intestinale Scientifica e Terapia Adiuvante”, delinea la posizione di molti suoi contemporanei, affermando che “il funzionamento non corretto del canale intestinale è precursore di molte malattie, soprattutto di quelle croniche. Il ripristino della normale eliminazione del contenuto dell’intestino è spesso la fase preliminare che porta al recupero della condizione di salute globale“.
Il Dr.Wiltsie sosteneva che “le nostre conoscenze in tema di fisiologia normale e anormale del colon, come pure le sue patologie e le relative terapie, non sono progredite al passo di quelle relative ad altri organi del corpo umano. Fino a quando continueremo a pensare che ‘il colon si prenderà cura di se stesso , rimarremo nella completa ignoranza di quella che probabilmente è la più importante fonte di malattie in tutto il corpo”.
Il Dr. Norman Walker, conosciuto in tutto il mondo per aver scritto numerosi testi su come raggiungere e mantenere un equilibrato stato di benessere (egli stesso fu il migliore esempio dei suoi insegnamenti, avendo vissuto serenamente e in eccellenti condizioni fisiche fino a 118 anni), scriveva circa mezzo secolo fa in un suo libro dedicato alla salute del colon che: “nessun trattamento di malattie o dolori può avere esito positivo senza che prima venga eseguita una preliminare pulizia intestinale effettuata attraverso un lavaggio“.
Alla fine dell’Ottocento il biologo Russo Metchnikoff, direttore dell’Istituto Pasteur di Parigi e Premio Nobel per la Medicina nel 1908 con studi sulla biologia della flora batterica intestinale, soleva affermare che “la morte ha origine nel colon”.
A partire dagli anni ‘40 lo strumentario per idrocolonterapia ha continuato ad evolvere, e nei primi anni ‘50 questo tipo di trattamento fioriva negli Stati Uniti.
Oggi, i miglioramenti apportati alla strumentazione utilizzata per il lavaggio del colon dalla moderna tecnologia (in modo particolare quelli legati alla sicurezza) e la formazione di terapisti appositamente addestrati, fanno sì che l’idrocolonterapia si stia affermando come una cura valida per il trattamento di alcune malattie e come supporto per una corretta omeostasi corporea. Attualmente sono iniziate ricerche, in campo nazionale e internazionale, per valutare i benefici e le varie applicazioni che la idrocolonterapia può offrire. Insieme con una nutrizione equilibrata, l’esercizio fisico e un’attitudine mentale positiva, la idrocolonterapia può giocare un ruolo importante nel conseguire e mantenere uno stato di effettivo benessere.
COME E QUANDO SI EFFETTUA UN CLISTERE
Il clistere è molto valido nei casi di stitichezza ostinata e negli stati febbrili con febbre elevata. Si può fare da due a tre volte l’anno come buona abitudine salutare mirata a ripulire la parte finale del colon da impurità, resti di cibo e tossine, come azione preventiva di benessere intestinale.
Come soluzione, si usa acqua a temperatura ambiente (non serve bollirla poiché finisce nel colon, un ambiente pieno di batteri). Acqua possibilmente con poco cloro.
Due cucchiai per litro di olio (oliva o girasole).
Una peretta da circa 300 ml.
Stendersi a terra o su un tavolo. Posizionare un asciugamano al di sotto del corpo per assorbire eventuali fuoriuscite di liquidi.
Posizionarsi sul lato destro con gambe piegate in posizione fetale. La posizione é importante in quanto si segue il percorso a ritroso dell’intestino che comincia da destra, risale e riscende sulla sinistra. Cosi facendo l’acqua ripercorre il colon e va ricadere sulla sinistra, fuoriuscendo.
Eseguite circa tre perette di fila (500-800 ml) in totale e poi evacuare.
Rifare un’altra serie di circa 500-800 ml e poi evacuare.
In totale circa 1500 ml di acqua per adulto.
Effettuare il clistere lontano dai pasti e dalla digestione. Mangiare dopo alcune ore frutta cruda o verdura cruda. Bere acqua calda.
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